È la figura di riferimento dell’organizzazione antifascista che fa capo alla cascina Baracca di Roncarolo di Caorso, nel territorio a cavallo del fiume Po, tra le provincie di Piacenza e di Lodi.
Di orientamento monarchico ma convinto antifascista, Minetti, fino alla sua cattura il 26 settembre 1944, promuove iniziative di propaganda, di reclutamento e di supporto per la Resistenza, fino a costituire una spina nel fianco per i Comandi tedeschi.
Dopo la cattura è condotto nelle carceri a Parma e torturato dalla Polizia di Sicurezza nazista, successivamente ricoverato all’infermeria del carcere di San Vittore a Milano. Da lì riesce in modo rocambolesco a fuggire. Partecipa poi alle ultime fasi della lotta di liberazione nella capitale lombarda.
Le origini e le esperienze nell’aviazione militare
Pietro Minetti, per tutti “Piero”, era nato nel 1885 a Carpeneto (AL). All’età di 27 anni aveva frequentato un corso di pilotaggio in Francia ed aveva raggiunto un livello di abilità tale da essere considerato un vero e proprio asso dell’aviazione militare italiana. Amico personale di Gabriele D’Annunzio, è più volte decorato nel corso della Grande Guerra e congedato con il grado di colonnello.
Con lo scoppio della 2^ Guerra Mondiale e i bombardamenti sulle città del Nord, abbandona Milano con la moglie e la sorella per sfollare alla cascina Baracca di Roncarolo, dove assolve il compito di amministratore della grande riserva di caccia nei pioppeti annessi alla cascina.
Le prime azioni
Grazie a contatti con il CLN piacentino e con quello milanese, alle sue ottime relazioni con Fulco Marchesi, un grande proprietario terriero confinante, e con il parroco di Roncarolo Don Francesco Chiesa, riesce a creare i presupposti per una lotta armata su vasta scala a fascisti e tedeschi. Già nelle prime settimane successive all’8 settembre del 1943 raccoglie un significativo quantitativo di armi e munizioni, abbandonate dai militari italiani che attraversano il Po, e provvede a trasportarle nella parmense zona montana di Bardi sulle montagne dove i fiorenzuolani Arnaldo Tanzi e Giovanni Molinari cercano di promuovere primi gruppi di resistenza.
Il 10 ottobre dello stesso anno è presente a Piacenza, nello studio dell’Avv.to Daveri, a quella che viene considerata la riunione fondativa del Il C.L.N. piacentino.
Minetti e il centro di resistenza alla cascina Baracca
Con il passare dei mesi, l’attività coordinata da Minetti assume un peso sempre più rilevante. Le azioni di sabotaggio si moltiplicano, così come gli attacchi e le operazioni di guerriglia sulle vie di comunicazione di terra e di acqua, condotte con successo dai primi partigiani di pianura che, sotto la guida di Dario Bianchera , entrano a far parte delle Squadre di Azione Patriottica (i sappisti).
Minetti, arrestato una prima volta il 26 aprile 1944 e tornato in libertà grazie alle sue relazioni, non riesce a sottrarsi al rastrellamento portato in forze qualche mese dopo, finalizzato alla eliminazione del centro resistente della cascina Baracca. Il 26 settembre del 1944 viene catturato assieme a moglie e sorella, portato per un primo interrogatorio a Piacenza ma poi trasferito a Parma, dove è ubicato il comando territoriale della Polizia di Sicurezza tedesca.
Le vicende successive del colonnello Minetti
Dopo alcuni giorni di detenzione, sottoposto a lunghi interrogatori e a pesanti torture, fermamente deciso a non parlare ma consapevole dei propri limiti, Minetti tenta il suicidio.
Mentre versa in condizioni disperate, una catena di estimatori viene in suo aiuto. Facendo leva sull’importanza del prigioniero e sui pericoli che corre la sua vita, viene fatto trasferire all’infermeria delle carceri di San Vittore a Milano. Lì la sua identità viene scambiata con quello di un degente appena deceduto e con il nome di questo più avanti torna in libertà. Ristabilito nella salute diventerà parte del movimento partigiano milanese fino alla Liberazione.
In conseguenza di quello scambio di nome, nel piacentino Minetti viene ritenuto defunto ancora alcuni mesi dopo la Liberazione. Fino a che un articolo del periodico della Federazione comunista di Piacenza, Il Martello, in distribuzione il 27 ottobre 1945, può annunciare che “è tornato fra noi sano e vigoroso l’eroe della riscossa e della Liberazione, il Col Minetti.”
Bibliografia
Mario Miti, Caorso, 1890-1946, Piacenza, 2023